La depressione – quando la medicina ufficiale incontra lo Sciamanesimo

La depressione è uno dei disturbi psichici più comuni e invalidanti, derivante spesso a seguito di una sensazione di perdita o di una perdita effettiva. La percentuale di persone che soffrono di depressione sembra aumentare costantemente nel tempo e, non a caso, l’OMS ha previsto che nel giro di pochi anni la depressione sarà la seconda causa di invalidità per malattia, subito dopo le malattie cardiovascolari.

La depressione è un disturbo del tono dell’umore, funzione psichica per l’adattamento. L’umore è generalmente flessibile: quando gli individui vivono eventi o situazioni piacevoli, esso flette verso l’alto, mentre flette verso il basso in situazioni negative e spiacevoli. Chi soffre di depressione non mostra questa flessibilità, ma il suo umore è costantemente verso il basso, indipendentemente dalle situazioni esterne.

Non a caso, dunque, chi presenta i sintomi della depressione mostra frequenti e intensi stati di insoddisfazione e tristezza, tenendo a non provare piacere nelle comuni attività quotidiane. Le persone che soffrono di depressione vivono in una condizione di costante malumore e con pensieri negativi circa sé stessi, gli altri e il proprio futuro […]

[…]La depressione può essere caratterizzata da una serie di sintomi che possono variare da persona a persona ed è importante specificare che tutti possiamo provare sintomi simili, ma quanto più questa condizione risulta essere intensa, frequente e persistente nel tempo, maggiore sarà la possibilità che si presenti un quadro depressivo.

La condizione depressiva genera un sentimento di tristezza molto profondo, una sensazione di vuoto interiore incolmabile, uno stato di impotenza, apatia, con totale perdita del senso del piacere.

I sintomi caratteristici della depressione sono:

  • umore depresso;

  • perdita di interesse e piacere per le normali attività;

  • perdita dell’appetito con conseguente perdita di peso o aumento del desiderio di mangiare, in particolare cibi dolci;

  • disturbi del sonno quali insonnia (difficoltà ad addormentarsi, ripetuti risvegli notturni o risveglio precoce al mattino) o ipersonnia (intenso desiderio o bisogno di dormire a lungo);

  • rallentamento o agitazione psicomotoria (ad es., rallentamento dei movimenti, dell’eloquio o incapacità a stare fermi, rilassati, con continui movimenti delle mani e/o del corpo);

  • senso di stanchezza o spossatezza, mancanza di energia;

  • concetto di sé negativo, perdita di autostima;

  • sentimenti di auto-svalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati;

  • ridotta capacità di concentrazione e attenzione;

  • indecisione o incapacità nel prendere decisioni;

  • pensieri ricorrenti di morte, idee di suicidio che possono tradursi in effettivi tentativi di togliersi la vita.[…]

[…]

Nel suo articolo, Carlo Zumstein, psicoterapeuta svizzero, discute la possibilità di integrare i metodi sciamanici nel trattamento convenzionale delle depressioni. Basandosi su di una lunga esperienza in entrambi i campi, Zumstein suggerisce dei modi per integrare le due discipline, rispettandone i distinti metodi e sfere di intervento. La sua interpretazione della depressione consente di vedere questa condizione non solo come una malattia psichica, ma anche come una malattia spirituale, che può essere alleviata e curata con il trattamento sciamanico.

[…]

I metodi impiegati attualmente nel trattamento della depressione si basano su approcci che integrano i fattori biologici, psicologici e sociali. I modelli psico-bio-sociali della depressione […] prendono in considerazione soltanto le dimensioni esperienziali e comportamentali della coscienza ordinaria e dello stato di veglia cosciente e la realtà ordinaria associata con quello stato di coscienza. Ma le depressioni – come pure le psicosi – sono caratterizzate da una fuga dalla realtà ordinaria.

Nel lavoro psicoterapeutico con persone depresse, si è dimostrato utile e significativo cercare risposte a domande come:

Dove si ritraggono le persone depresse?

In che tipo di realtà cercano rifugio?

Domande come queste sono spesso poste in contesti che implicano un pregiudizio. La fuga dalla realtà ordinaria è normalmente svalutata come una fuga in un mondo privato di sogni o fantasia. Il tentativo di fuga è interpretato come un sintomo addizionale della malattia.

In questa conferenza, mi propongo di dimostrare come sia possibile disporre di una gamma più ampia di opzioni nel trattamento delle persone depresse, quando è consentito alla mente di regredire a uno stato arcaico di coscienza e realtà. Questa regressione della coscienza può essere raggiunta per mezzo dei metodi terapeutici sciamanici. […]

[…] Le persone depresse sono anche dissociate dalla loro paura. Questa non è più percepita come uno stimolo interno di auto-protezione, ma è invece sperimentata come un potere esterno mortale, la cui potenza primordiale e terrificante schiaccia l’individuo. […]

Il Trattamento Sciamanico delle Persone Depresse

Dal punto di vista sciamanico, le persone depresse hanno bisogno di aiuto in due direzioni:

Da un lato, hanno bisogno di un collegamento con l’energia vitale, cioè con i loro animali di potere, in modo da trovare l’energia necessaria per ancorarsi nella realtà ordinaria.

Dall’altro lato, hanno bisogno di una guida per imparare a muoversi in modo sicuro tra le coscienze-realtà. Invece che permettere ai sentimenti di ansia di bloccarli, i pazienti dovrebbero imparare a incontrare la paura come un alleato, come una scorta che appare di tanto in tanto per ricordare loro che hanno bisogno di proteggersi. L’ansia può così svolgere una funzione positiva, guarendo l’individuo, mentre egli impara a guarire se stesso e forse gli altri.

Nel corso degli ultimi due anni, ho utilizzato delle sessioni sciamaniche con pazienti selezionati come completamento della regolare pratica psicoterapeutica. Le mie esperienze sono basate su dieci individui, alcuni dei quali hanno terminato il trattamento, mentre altri stanno ancora lavorando con me.

[…]

Ad un qualche punto della terapia, il paziente potrebbe iniziare timidamente ad accennare a esperienze con luoghi di libertà totale, luminosità e redenzione. Il modo in cui egli parla di questi luoghi suggerisce che sa molto di più al riguardo, o perlomeno che vi sta alludendo come contro-esempi delle sue difficoltà presenti. Alcuni pazienti dicono di sentirsi attirati verso quei luoghi.

In casi come questi, è possibile reinterpretare l’esperienza depressiva come una malattia spirituale, o un’iniziazione repressa. Ciò può succedere nella quinta sessione, nella decima, o forse dopo due anni di psicoterapia. Di regola, aspetto sempre che sia il paziente a darmi il primo segnale. […]

[…]

E’ stato dimostrato che gli individui depressi sono spesso persone la cui anima si è frantumata in molti pezzi. Molto potere dell’anima è ancora bloccato nella storia passata della loro vita. Inoltre, i loro frequenti attacchi di paura e ansia continuano a consumare il potere dell’anima. Queste ansie possono includere la paura di essere in mezzo alla gente, il senso di non essere in grado di affrontare la vita, o la convinzione di essere costretti a confrontarsi con delle richieste troppo grandi. In ciascun caso, l’individuo depresso si sente incapace di proteggersi in modo adeguato. E’ come se la parte rimanente dell’anima (quella che continua a mantenerlo vivo) fosse un frammento talmente piccolo, da non poter più funzionare come il nucleo attorno al quale può “cristallizzarsi” il potere dell’anima (che è stato riportato con il recupero dell’anima). […]

Fonti:

https://www.stateofmind.it/tag/depressione/

https://www.paginemediche.it/medicina-e-prevenzione/disturbi-e-malattie/depressione-maggiore

https://www.studisciamanici.it/Zumstein/SciamanismoeDepressione.htm

Attenzione! Da 1 settembre i nuovi prezzi dei trattamenti. Ovviamente, per coloro che stanno già facendo un percorso con me – il prezzo del primo trattamento non è valido!

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